lunedì 27 maggio 2013

CREDENZE VUOTE





Se mi avessero detto a gennaio (data ultimo post) che a maggio mi sarei ritrovato Enrico Letta presidente del consiglio ci avrei creduto. Oddio, avrei creduto anche a chi mi avesse previsto Mara Maionchi premier, son poche le cose con le quali l'attuale Barnum che frequenta i Palazzi riuscirebbe a sorprendermi.
Come non mi sorprende l'attuale bombardamento a tappeto a cui siamo sottoposti da quando il nuovo Papa s'è insediato al posto dell'Umile Vignaiuolo.
Ed ha subito cominciato a propagare quelle carezzevoli ovvietà che le pecorelle smarrite avevano bisogno di sentirsi dire dopo che l'inquietante maschera mefistofelica del vecchio Papa Rottenmeier turbava fin troppi animi desiderosi di massaggi all'anima. Sapete com'è. E' un periodaccio.

Poi esci dalla bolla papale di bontà, accoglienza e povertà che El Pampa ci propina a mezzo di tutti i dall'1 al 999 più i salotti pomeridiani e ti accorgi che tanto quanto c'è la corsa ai valori di un cristianesimo che ognuno si dipinge come cazzo gli pare, tanto c'è la corsa ad infamare, tradire e cercare di nascondere sotto il tappeto gli stessi valori trasferiti in politica, cioè nella vita quotidiana.

Naturalmente facendo puntualmente passare il tutto come un processo inevitabile, naturale.

Il tradimento dei valori della sinistra, ad esempio.
Le Grandi Masse del vecchio Partito Comunista erano la somma di tanti individui.
E la Grande Massa dei borghesi e dei cattolici che componevano strutturalmente gli elettori democristiani erano anch'essi la somma di tanti individui.

Se ora ci ritroviamo con una destra che si affanna a risdoganare il vecchio fascismo facendo le fusa a quello nuovo e se c'è una sinistra che con questa destra ci va a pranzo e cena con tanto di codazzo razzista e xenofobo leghista, significa che nella trasmissione di valori c'è qualcosa che non va.

Inutile riaffidarsi al solito Guru dell'ovvio se poi quell'ovvio diventa nelle nostre mani un Golem di polvere che serve solo a rappresentare l'ipocrisia del nostro squallido egoismo.
Se c'è una parte politica che brandisce croci e Bibbie ma tollera i baccanali con minorenni  del loro vero Capo Spirituale c'è anche la responsabilità di chi ha venduto il culo dei partigiani e di chi ha lottato negli anni dopo per dare una dignità al lavoro e di chi ha contrastato mafie e malaffari.

C'è la responsabilità di chi ha tradito le lotte per una società laica, dove non è necessario un credo di appartenenza per avere rispetto del proprio pensiero.

A questo, il militante piddino e l'attivista pidiellino (e di questo passo andiamo nella mitologia postmoderna) non pensano.

Ci penserà Papa El Pampa a farci credere che siamo tutti più buoni e più migliori.

Guarderemo ancor di più noi stessi di riflesso e non direttamente, perché nello sguardo riflesso si perderebbe lo schifo dei valori che saremmo disposti a tradire per due noccioline.
Coltivare il proprio spirito è una prerogativa umana e connaturata a tutte le forme di vita, senzienti e non; è una riflessione che ho trovato in vecchi scritti orientali dai quali alcune scuole religiose traggono ispirazione.

Abbandonarsi ad un credo con la ferocia di chi brandisce la Spada della Verità in realtà significa avere perso, qualunque sia questa spada.

In questo Barnum non c'è niente da salvare, se non la forza di chi lotta per vivere, degli immigrati, dei precari, dei nuovi disoccupati, di chi si oppone ad una pacificazione finta come la faccia del Buffo Omino di Arcore, di tutti quelli che nonostante tutto non perdono il sorriso che può ricostruire qualche parvenza di società umana, di società che trascende le categorie e rispetta gli individui.

In questo non bisogna mai smettere di credere.

(nella foto: quanto aveva ragione)

2 commenti:

Humani Instrumenta Victus ha detto...

Che poi quello che manca oggi è proprio il mito. Quello soreliano, non barthesiano.

Bentornato

sassicaia molotov ha detto...

@Human Instrumenta Victus: Grazie. Di Sorel mi fido, sto leggendo a pezzi e bocconi il trattato sulla violenza ;)